Pasticcio di Maccheroni Ferrarese

Tradizioni Culinarie Ferraresi : Il Pasticcio di Maccheroni

Facendo una ricerca di prodotti culinari associati alla letteratura, scoprirete che un salume come il Culatello fu citato dal grandissimo poeta Gabriele D’Annunzio, in una sua opera del 1891. Ma non fu l’unico prodotto romagnolo ad ispirare grandi letterati. Ugo Vasé, brillante poeta dialettale ferrarese, suscitò interesse per un altro piatto speciale: il pasticcio di maccheroni: “Un pastiz, mo bagatella; A ghè dentar balsamela; Pet at pui e macarun; Aghè dentar di filun; Ov, butir col so furmai e per mezz an gh’manca mai un po’ ad trifula ch’vol al palà: e st’impast dentar in tal sol a fog lent infin c’ass pol, eco al diventa un poch zaltin; e po al s’cambia pian pianin; col zaltin l’è quasi d’or un poch palid ad culor; e po’ al fa la pasta frola com’n’Artusi ad bona scola “.

La parola “pasticcio” deriva dal latino “pasticium”, una preparazione già presente nel “De coquinaria” di Apico ed è il nome tradizionale che ancor oggi si da a varie preparazioni fatte con ingredienti diversi, di solito racchiusi in un involucro di pasta e poi cotti al forno. E’ nei secoli XIV e XV, che il pasticcio compare in molte delle sue varietà, a base di carni, selvaggina, pesci, crostacei, frutta. Per la sua complessità di esecuzione, è sempre stato considerato una vivanda di prestigio, che spesso figurava nei pranzi di alto livello.

Il Pasticcio di Maccheroni Ferrarese

Il Pasticcio di Maccheroni Ferrarese

Oggi, nelle varie forme, il pasticcio è rimasto in alcune cucine regionali, come nel caso della Romagna, quasi come simbolo di continuità con la grande cucina rinascimentale. Faro della nostra cucina, un vero capolavoro di talento gastronomico. Il pasticcio di maccheroni assomiglia ad un piccolo cuscino, la cui fodera è fatta di pasta dolce (pasta frolla). Al suo interno vi sono adagiati maccheroni ( spesso i Cappelletti), avvolti da una soffice besciamella arricchita da ragù di carne, o rigaglie di pollo, il tutto profumato da sottili schegge di tartufo o funghi. Il colore tendente al giallo è dato da spennellate di rosso d’uovo, date prima di essere infornato.

Il “Pasticcio di maccheroni” negli anni ha subito delle varianti in merito agli ingredienti e lo si può gustare con pasta dolce o con pasta salata, per accontentare tutti i palati. Lo si trova  sempre nei menù dei ristornati ferraresi, ma questo piatto ha un suo momento nel calendario. Era infatti uso prepararlo per il giovedì grasso e per l’ultima domenica di carnevale, nel cuore dell’inverno; all’approcciarsi del carnevale  i pasticci facevano bella mostra di se nelle pasticcerie e dai fornai.

 

Contatti Pro Loco di Ferrara:

Tel. 0532-1862076

info@prolocoferrara.it

www.prolocoferrara.it

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *