La bellezza di Compiano risiede tra le mura del suo Castello

Il comune di Compiano, in Provincia di Parma, conta circa 1150 abitanti ed è considerato uno tra i borghi più belli d’Italia. Non è difficile capirne il motivo data la particolare conformazione strutturale del borgo, compreso in una cinta muraria, il suo castello e la posizione geografica nella Val di Taro, famosa per i suoi boschi di castagno e faggio e per i rinomati funghi porcini di Borgotaro. Tutte queste caratteristiche la rendono la perla dell’appennino tosco-emiliano.

Castello di Compiano

Castello di Compiano

Il Castello è il tesoro di Compiano, ancora in perfette condizioni, sembra non aver minimamente subito il passare del tempo. Si trova in cima ad uno sperone roccioso, un tempo posizione strategica per la guardia del fiume Taro. Ha una pianta trapezoidale ed è chiuso agli angoli da tre torri alla Piacentina e da una torre quadrata più antica. Oggi si presenta come una struttura quattrocentesca, con delle caratteristiche del seicento, settecento. Nel 1258 quando Compiano fu ceduta ad Umbertino Landi, il castello divenne automaticamente la residenza della nobile famiglia italiana. La longeva signoria d’Italia, durò 426 anni. Sotto il ducato di Maria Luigia, il castello diventò una prigione di Stato, dove vi furono rinchiusi i carbonari dei moti del 1821, per poi diventare nel 1900 un collegio femminile. Ad acquistarlo come abitazione privata fu la marchesa Gambarotta, che ne fece la sua lussuosa residenza fino al 1987.

Nel Castello di Compiano la piccola biblioteca della Marchesa Gambarotta

Nel Castello di Compiano la piccola biblioteca della Marchesa Gambarotta

Oggi il castello di Compiano, è un albergo, un ristorante, una sala ricevimenti ed anche un museo. E’ possibile visitare le sfarzose stanze della marchesa Gambarotta, e la sua piccola biblioteca, in cui si nasconde un passaggio segreto alle prigioni, e dove sono raccolti tutti i suoi tesori : circa 2000 volumi, tra cui libri in lingua inglese, francese e spagnolo, moltissimi libri antichi, tra cui un Messale risalente al 1749 e anche l’autobiografia di Eva Peron, tra l’altro autografata.

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