La Fortezza di San Leo
La Fortezza di San Leo domina sull’omonimo comune, dalla cima di una roccia della Valmarecchia. Il Paese, ai tempi degli antichi romani, i primi ad insediarsi nella zona, era conosciuto come Mons Feretrius, poiché sorgeva intorno ad un tempio consacrato a Giove Feretrio. Si attribuisce, difatti, ai romani anche la costruzione della fortificazione nel punto più elevato.
La Fortezza di San Leo, storia:
La Fortezza fu, per moltissimi anni a partire dal Medioevo, contesa tra imperi e Signori della regione, come i Malatesta e i Montefeltro. Proprio quest’ultima famiglia, fu una delle principali a godere della proprietà. Era la metà del XI secolo, quando i conti di Montecopiolo giunsero a Montefeltro, altro antico nome di San Leo, da cui trassero il nome e il titolo di conti. Nella seconda metà del Trecento i Malatesta riuscirono ad espugnare la rocca, alternandosi nel dominio ai Montefeltro sino alla metà del Quattrocento.
Entrambe le famiglie si occuparono di ampliare il primitivo nucleo medievale. In particolare Federico da Montefeltro che durante la metà del 1400, fece riedificare la rocca dall’ingegnere senese Francesco di Giorgio Martini, per poter essere all’avanguardia nelle nuove tecniche militari. L’ingegnere escogitò un sistema per un’efficace risposta da qualsiasi parte provenisse l’ attacco. Il forte fu protagonista di importanti vicende guerresche anche durante il periodo rinascimentale, fino a quando passò al dominio dello Stato Pontificio e venne trasformato in un carcere. Le celle furono organizzate in quelli che un tempo erano gli alloggi militari.
Oggi la fortezza è famosa principalmente per essere stato utilizzata come luogo di prigionia e per l’avvalersi, all’interno della fortezza, di strumenti di tortura. Da circa trent’anni un museo racchiude tutti gli strumenti utilizzati. Visitare la parte della fortezza dedicata agli strumenti di tortura è un’esperienza molto forte, ma vale la pena dato il modico prezzo del biglietto.
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