Anche i soggetti senza attività commerciale potranno chiedere gli aiuti. Il Forum: primo passo ma dotazione da aumentare
A volte dipende dalla prospettiva con cui si guarda: il bicchiere può essere mezzo pieno o mezzo vuoto.
Il mondo del Terzo settore, atteso al cambiamento epocale del Registro unico ma allo stesso tempo anch’esso nel pieno degli effetti dell’emergenza coronavirus, saluta con soddisfazione il fondo da 70 milioni di euro per il 2021 che previsto dal decreto Ristori-bis (Dl 149/2020) varato nella notte tra il 6 e il 7 novembre e pubblicato in «Gazzetta Ufficiale» il 9 novembre ma allo stesso tempo sottolinea come le risorse possano essere insufficienti rispetto alle necessità di sostegno del mondo del non profit.
Accesso anche per associazioni e circoli senza partita Iva
La costituzione del fondo rappresenta una boccata di ossigeno soprattutto per associazioni e circoli che non svolgono attività commerciale e quindi privi di partita Iva. Nel loro caso, infatti, è precluso l’accesso ai ristori del fondo perduto già previsti dal decreto Ristori 1 (Dl 137/2020).
A sottolineare l’importanza della misura è anche Claudia Fiaschi, portavoce del Forum Terzo settore: «Il dialogo con il Governo degli ultimi giorni ha portato ad un primo importante risultato. Nel nuovo decreto Ristori infatti è stato istituito un nuovo fondo a sostegno delle organizzazioni di Terzo settore che non svolgono attività di impresa e quindi per le migliaia di associazioni che stanno incontrando grandi difficoltà dato il blocco delle attività determinato dai decreti sull’emergenza sanitaria».
La platea dei beneficiari
Nell’ottica di fronteggiare la crisi economica degli enti del Terzo settore a causa dell’emergenza Covid-19, l’articolo 15 del Dl 149/2020 stabilisce, infatti, la costituzione del «Fondo straordinario per il sostegno degli enti del Terzo settore» presso il ministero del Lavoro con una dotazione di 70 milioni di euro per l’anno 2021. Il fondo è espressamente destinato a interventi in favore delle organizzazioni di volontariato iscritte nei registri regionali e delle province autonome, delle associazioni di promozione sociale iscritte nei registri nazionale, regionali e delle province autonome e delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale iscritte nell’Anagrafe delle Onlus.
L’individuazione dei criteri
Spetterà a un decreto del ministero del Lavoro di concerto con quello dell’Economia (previa intesa in Conferenza Stato-Regioni) individuare i criteri per la ripartizione delle risorse del Fondo tra le regioni e le province autonome, anche per assicurare un’applicazione omogenea su tutto il territorio nazionale.
Niente cumulo
Proprio per rafforzare la vocazione di sostegno ai soggetti del Terzo settore rimasti senza aiuti, come circoli e associazioni che non svolgono attività commerciale, il decreto Ristori-bis stabilisce espressamente che le erogazioni del Fondo straordinario non sono cumulabili con il contributo a fondo perduto e le misure di sostegno a favore delle associazioni e società sportive dilettantistiche introdotti dal primo decreto Ristori (articoli 1 e 3 del Dl 137/2020).
La richiesta di aumentare la dotazione finanziaria
Ma è proprio la dotazione a preoccupare in prospettiva il Forum del Terzo settore. «Sono stati finalmente inseriti – sottolinea ancora Claudia Fiaschi – nella platea dei beneficiari delle misure di sostegno anche le associazioni e i circoli, inizialmente esclusi perché non in possesso di partita Iva. Si tratta però di un fondo con una dotazione finanziaria probabilmente insufficiente e che chiederemo venga rafforzato. Siamo fiduciosi che il confronto costruttivo avuto con il governo sulle nuove misure possa proseguire nelle prossime settimane».
Fonte: Il Sole 24 Ore