Rassegna Organistica
In collaborazione con l’associazione Alpha di Reggio Emilia, la Provincia di Parma ospita la Rassegna Organistica “Antichi Organi dell’Appenino Tosco-Emiliano” sotto la direzione artistica di Milena Mansanti, Roverta Sciacco e Andrea vannucchi. I quattro concerti si svolgeranno Scurano (PR), Basilicagoiano (PR), Corniglio (PR) e a Manticelli Terme(PR).
Programma Concerti Rassegna Organistica “Antichi Organi dell’Appennino Tosco-Emiliano”
– Domenica 16 luglio 2017 ore 21,00 – presso la Pieve Santa Maria Assunta a Scurano.
– Domenica 30 luglio 2017 ore 21,00 – presso la Chiesa di San Stefano a Basilicagoiano
– Mercoledì 16 agosto 2017 ore 21,00 – presso la Chiesa Assunzione di Maria Vergine a Corniglio
– Domenica 15 ottobre 2017 ore 21,00 – presso la Chiesa Gesù Salvatore a Monticelli Terme
Rassegna Organistica
In collaborazione con l’associazione Alpha di Reggio Emilia, la Provincia di Parma ospita la Rassegna Organistica “Antichi Organi dell’Appenino Tosco-Emiliano” sotto la direzione artistica di Milena Mansanti, Roverta Sciacco e Andrea vannucchi. I quattro concerti si svolgeranno Scurano (PR), Basilicagoiano (PR), Corniglio (PR) e a Manticelli Terme(PR).
Programma Concerti Rassegna Organistica “Antichi Organi dell’Appennino Tosco-Emiliano”
– Domenica 16 luglio 2017 ore 21,00 – presso la Pieve Santa Maria Assunta a Scurano.
– Domenica 30 luglio 2017 ore 21,00 – presso la Chiesa di San Stefano a Basilicagoiano
– Mercoledì 16 agosto 2017 ore 21,00 – presso la Chiesa Assunzione di Maria Vergine a Corniglio
– Domenica 15 ottobre 2017 ore 21,00 – presso la Chiesa Gesù Salvatore a Monticelli Terme
Visita incantata tra le stanze e i segreti del maniero – al seguito di personaggi in costume dal passato medievale – una grande avventura nel bosco per combattere orchi e streghe e difendere il feudo dagli attacchi del Male, e poi il Ricevimento dei piccoli Cavalieri e delle piccole Dame nel Salone delle Feste, dove dovranno affrontare la Disfida della Befana, difendendosi in una gara di formule magiche, raccogliendo il coraggio necessario per affrontare le prove che la befana gli imporrà.
I partecipanti, coinvolti in una tenzone incantata che richiederà tutta la loro abilità, dovranno anche essere in grado di rispondere alle domande infide con le quali la Befana tenterà di trarli in inganno e saranno di volta in volta premiati con cipolla o carbone o dolcetto, a seconda dell’esito raggiunto.
Ogni bambino dovrà quindi arrivare al castello con la sua dote, costituita da La Pergamena del Valore, il “documento ufficiale” sul quale i genitori, la maestra o i nonni ne avranno elencato le buone azioni compiute durante l’anno trascorso, mentre il bimbo avrà scritto una promessa che si impegnerà a mantenere per l’anno appena iniziato.
In fase di prenotazione, verrà comunicato a ciascuno l’orario di inizio delle attività, proposte al prezzo complessivo di 20,00 euro per gli adulti e di 16,50 euro per i bambini dai 3 ai 12 anni, comprensivo di visite incantate, avventure nel bosco, e Disfida della Befana con merenda.
La prenotazione è obbligatoria, ed infame di prenotazione a ciascuno verrà dato il suo orario di arrivo.
Fonte: http://www.castellodigropparello.it
A partire dalle ore 10.00 fino al tramonto, potrete immergervi nell’atmosfera della Grazzano del 1200 d.C.
Nell’accampamento di Cortevecchia vedrete arti e mestieri dell’ epoca. Gli armati daranno prova delle loro abilità durante gli allenamenti in armi. Nelle vie del borgo potrete ammirare combattimenti con spade ed armi bianche. Per tutti coloro che lo vorranno, vi sarà la possibilità di provare armi ed armature del medioevo.
Ingresso Gratuito al Borgo
Programma della Manifestazione
Dalle ore 10 accampamenti militari e banchi di armi e mestieri
Dimostrazioni dell’uso delle armi e combattimenti per le vie del Borgo
Ore 10:00 Animazione per bambini
“Re Artù e i Cavalieri della Tavola rotonda” in Cortevecchia (iscrizione 10 €)
Ore 10:30 Esibizione di Tiro con l’Arco storico
Aricieri de lo Biscione
Ore 12:30 Pausa per il pranzo
stand gastronomici della Pro loco in Cortevecchia e menù a tema nei ristoranti del Borgo
Ore 14:30 Animazione per bambini
“Re Artù e i Cavalieri della Tavola rotonda” in Cortevecchia (iscrizione 10 €)
Ore 15:30 Esibizione di uso della spada
Compagnia Majistro Re
Ore 16:00 Duelli all’arma bianca
Compagnia La Gilda del Tempo
Ore 16:30 Torneo d’Armi
Guardie di Grazzano
in Cortevecchia
Ore 17:00 Scontro finale dell’animazione per bambini
“Re Artù e i Cavalieri della Tavola rotonda”
Ore 18 temine manifestazione
Gli orari potranno subire variazioni
Nel cuore di Sissa si erge imponente la Rocca dei Terzi.
I Terzi, che nel 1329 divennero “Signori” di Sissa, fecero costruire una castello a difesa del loro territorio.
Per lungo tempo la fortezza fu teatro di tumultuosi avvenimenti, più volte danneggiato per esigenze difensive, ha conservato intatto il suo torrione (o mastio); la Torre, la più alta della bassa parmense (27 m), a dimostrazione di un passato tanto ricco di gloria, di sventure e di sangue. Dalla sua cima, nelle giornate limpide, la vista spazia dalle Alpi agli Appennini con alcuni scorci del grande fiume e dei paesi limitrofi.
Durante i secoli, la Rocca è stata un importante “ospitale” per i pellegrini in viaggio verso Roma lungo la via Francigena. Lo testimoniano i suggestivi “graffiti parietali” tardo medioevali, che si possono ammirare alle pareti della torre, testimoni del passaggio dei pellegrini.
Agli inizi dell’Ottocento l’antico fortilizio si presenta nella sua edizione definitiva: due corpi ben distinti in cui domina la torre quattrocentesca che conserva intatta la corona di caditoie e i lunghi beccatelli che rinserrano il corpo sporgente del blocco murario e profonde finestre a strombo, mentre si segnala la scomparsa del ponte levatoio (di cui rimane l’incassatura per la trave di sostegno), e il “Palazzo” che circonda la torre con chiare strutture dell’epoca settecentesca: inserimenti in cotto (finestre, fasce marcapiano, scalette, bugnati).
Sino a tutto l’Ottocento la Rocca di Sissa era accessibile frontalmente per mezzo di uno stretto ponticello in muratura.
Da Piazza Roma, “la Piazzola” per i sissesi, un altro ponticello, ortogonale al precedente, congiungeva l’abitato con la sede del dazio comunale, isolato da un muretto che con le spallette dei ponti formava un quadrilatero nettamente staccato dalla parte occidentale del paese.
Una serie di abbattimenti successivi, l’uso della rocca come sede degli uffici comunali e di aule scolastiche, hanno portato agli inizi del ‘900 alla costruzione di un monumentale scalone in muratura, cemento e marmiglia, dirimpetto alla nuova strada battezzata “Via della Rocca”.
Gli interventi più recenti riguardano la scala laterale (facciata orientale), ricostruita in cotto e cemento negli anni Cinquanta del XX secolo, dall’architetto sissese Mario Vacca e lo scalone d’ingresso in cemento armato e legno sorto, previo abbattimento del precedente, nel 1986.
Il decorrere del tempo e il forte sisma che ha colpito l’area emiliana nel 2008 e nel 2012, hanno lasciato segni sulla Rocca, che necessitava di un importante restauro.
Nel novembre 2017, si è concluso il restauro del Torrione, primo tassello del recupero funzionale della Rocca dei Terzi, nell’aprile 2018 sono iniziati i lavori di restauro del Palazzo.
Nel cuore di Sissa si erge imponente la Rocca dei Terzi.
I Terzi, che nel 1329 divennero “Signori” di Sissa, fecero costruire una castello a difesa del loro territorio.
Per lungo tempo la fortezza fu teatro di tumultuosi avvenimenti, più volte danneggiato per esigenze difensive, ha conservato intatto il suo torrione (o mastio); la Torre, la più alta della bassa parmense (27 m), a dimostrazione di un passato tanto ricco di gloria, di sventure e di sangue. Dalla sua cima, nelle giornate limpide, la vista spazia dalle Alpi agli Appennini con alcuni scorci del grande fiume e dei paesi limitrofi.
Durante i secoli, la Rocca è stata un importante “ospitale” per i pellegrini in viaggio verso Roma lungo la via Francigena. Lo testimoniano i suggestivi “graffiti parietali” tardo medioevali, che si possono ammirare alle pareti della torre, testimoni del passaggio dei pellegrini.
Agli inizi dell’Ottocento l’antico fortilizio si presenta nella sua edizione definitiva: due corpi ben distinti in cui domina la torre quattrocentesca che conserva intatta la corona di caditoie e i lunghi beccatelli che rinserrano il corpo sporgente del blocco murario e profonde finestre a strombo, mentre si segnala la scomparsa del ponte levatoio (di cui rimane l’incassatura per la trave di sostegno), e il “Palazzo” che circonda la torre con chiare strutture dell’epoca settecentesca: inserimenti in cotto (finestre, fasce marcapiano, scalette, bugnati).
Sino a tutto l’Ottocento la Rocca di Sissa era accessibile frontalmente per mezzo di uno stretto ponticello in muratura.
Da Piazza Roma, “la Piazzola” per i sissesi, un altro ponticello, ortogonale al precedente, congiungeva l’abitato con la sede del dazio comunale, isolato da un muretto che con le spallette dei ponti formava un quadrilatero nettamente staccato dalla parte occidentale del paese.
Una serie di abbattimenti successivi, l’uso della rocca come sede degli uffici comunali e di aule scolastiche, hanno portato agli inizi del ‘900 alla costruzione di un monumentale scalone in muratura, cemento e marmiglia, dirimpetto alla nuova strada battezzata “Via della Rocca”.
Gli interventi più recenti riguardano la scala laterale (facciata orientale), ricostruita in cotto e cemento negli anni Cinquanta del XX secolo, dall’architetto sissese Mario Vacca e lo scalone d’ingresso in cemento armato e legno sorto, previo abbattimento del precedente, nel 1986.
Il decorrere del tempo e il forte sisma che ha colpito l’area emiliana nel 2008 e nel 2012, hanno lasciato segni sulla Rocca, che necessitava di un importante restauro.
Nel novembre 2017, si è concluso il restauro del Torrione, primo tassello del recupero funzionale della Rocca dei Terzi, nell’aprile 2018 sono iniziati i lavori di restauro del Palazzo.
Nel cuore di Sissa si erge imponente la Rocca dei Terzi.
I Terzi, che nel 1329 divennero “Signori” di Sissa, fecero costruire una castello a difesa del loro territorio.
Per lungo tempo la fortezza fu teatro di tumultuosi avvenimenti, più volte danneggiato per esigenze difensive, ha conservato intatto il suo torrione (o mastio); la Torre, la più alta della bassa parmense (27 m), a dimostrazione di un passato tanto ricco di gloria, di sventure e di sangue. Dalla sua cima, nelle giornate limpide, la vista spazia dalle Alpi agli Appennini con alcuni scorci del grande fiume e dei paesi limitrofi.
Durante i secoli, la Rocca è stata un importante “ospitale” per i pellegrini in viaggio verso Roma lungo la via Francigena. Lo testimoniano i suggestivi “graffiti parietali” tardo medioevali, che si possono ammirare alle pareti della torre, testimoni del passaggio dei pellegrini.
Agli inizi dell’Ottocento l’antico fortilizio si presenta nella sua edizione definitiva: due corpi ben distinti in cui domina la torre quattrocentesca che conserva intatta la corona di caditoie e i lunghi beccatelli che rinserrano il corpo sporgente del blocco murario e profonde finestre a strombo, mentre si segnala la scomparsa del ponte levatoio (di cui rimane l’incassatura per la trave di sostegno), e il “Palazzo” che circonda la torre con chiare strutture dell’epoca settecentesca: inserimenti in cotto (finestre, fasce marcapiano, scalette, bugnati).
Sino a tutto l’Ottocento la Rocca di Sissa era accessibile frontalmente per mezzo di uno stretto ponticello in muratura.
Da Piazza Roma, “la Piazzola” per i sissesi, un altro ponticello, ortogonale al precedente, congiungeva l’abitato con la sede del dazio comunale, isolato da un muretto che con le spallette dei ponti formava un quadrilatero nettamente staccato dalla parte occidentale del paese.
Una serie di abbattimenti successivi, l’uso della rocca come sede degli uffici comunali e di aule scolastiche, hanno portato agli inizi del ‘900 alla costruzione di un monumentale scalone in muratura, cemento e marmiglia, dirimpetto alla nuova strada battezzata “Via della Rocca”.
Gli interventi più recenti riguardano la scala laterale (facciata orientale), ricostruita in cotto e cemento negli anni Cinquanta del XX secolo, dall’architetto sissese Mario Vacca e lo scalone d’ingresso in cemento armato e legno sorto, previo abbattimento del precedente, nel 1986.
Il decorrere del tempo e il forte sisma che ha colpito l’area emiliana nel 2008 e nel 2012, hanno lasciato segni sulla Rocca, che necessitava di un importante restauro.
Nel novembre 2017, si è concluso il restauro del Torrione, primo tassello del recupero funzionale della Rocca dei Terzi, nell’aprile 2018 sono iniziati i lavori di restauro del Palazzo.
Nel cuore di Sissa si erge imponente la Rocca dei Terzi.
I Terzi, che nel 1329 divennero “Signori” di Sissa, fecero costruire una castello a difesa del loro territorio.
Per lungo tempo la fortezza fu teatro di tumultuosi avvenimenti, più volte danneggiato per esigenze difensive, ha conservato intatto il suo torrione (o mastio); la Torre, la più alta della bassa parmense (27 m), a dimostrazione di un passato tanto ricco di gloria, di sventure e di sangue. Dalla sua cima, nelle giornate limpide, la vista spazia dalle Alpi agli Appennini con alcuni scorci del grande fiume e dei paesi limitrofi.
Durante i secoli, la Rocca è stata un importante “ospitale” per i pellegrini in viaggio verso Roma lungo la via Francigena. Lo testimoniano i suggestivi “graffiti parietali” tardo medioevali, che si possono ammirare alle pareti della torre, testimoni del passaggio dei pellegrini.
Agli inizi dell’Ottocento l’antico fortilizio si presenta nella sua edizione definitiva: due corpi ben distinti in cui domina la torre quattrocentesca che conserva intatta la corona di caditoie e i lunghi beccatelli che rinserrano il corpo sporgente del blocco murario e profonde finestre a strombo, mentre si segnala la scomparsa del ponte levatoio (di cui rimane l’incassatura per la trave di sostegno), e il “Palazzo” che circonda la torre con chiare strutture dell’epoca settecentesca: inserimenti in cotto (finestre, fasce marcapiano, scalette, bugnati).
Sino a tutto l’Ottocento la Rocca di Sissa era accessibile frontalmente per mezzo di uno stretto ponticello in muratura.
Da Piazza Roma, “la Piazzola” per i sissesi, un altro ponticello, ortogonale al precedente, congiungeva l’abitato con la sede del dazio comunale, isolato da un muretto che con le spallette dei ponti formava un quadrilatero nettamente staccato dalla parte occidentale del paese.
Una serie di abbattimenti successivi, l’uso della rocca come sede degli uffici comunali e di aule scolastiche, hanno portato agli inizi del ‘900 alla costruzione di un monumentale scalone in muratura, cemento e marmiglia, dirimpetto alla nuova strada battezzata “Via della Rocca”.
Gli interventi più recenti riguardano la scala laterale (facciata orientale), ricostruita in cotto e cemento negli anni Cinquanta del XX secolo, dall’architetto sissese Mario Vacca e lo scalone d’ingresso in cemento armato e legno sorto, previo abbattimento del precedente, nel 1986.
Il decorrere del tempo e il forte sisma che ha colpito l’area emiliana nel 2008 e nel 2012, hanno lasciato segni sulla Rocca, che necessitava di un importante restauro.
Nel novembre 2017, si è concluso il restauro del Torrione, primo tassello del recupero funzionale della Rocca dei Terzi, nell’aprile 2018 sono iniziati i lavori di restauro del Palazzo.