Ciao Ciao Raoul….

Ciao ciao Raoul, ti scrivo questa lettera anche se non la leggerai, ma ovunque sarai sono sicuro che il mio messaggio ti arriverà. Sì Raoul, come ti ho sempre chiamato”.

Tutti mi chiedevano perché lo chiamavo Raoul e non papà o babbo, come si dice in Romagna, perché per me lui non è stato solo un babbo, ma un maestro, un amico, un punto di riferimento, uno che faceva il mio stesso lavoro dal quale ho imparato tanto, se non tutto. Raoul era un po’ il babbo di tutti, una persona unica piena di valori, sul lavoro era preciso e quando aveva un obiettivo lo perseguiva fino a raggiungerlo con impegno, determinazione che solo i grandi professionisti hanno. 

In privato era una persona buona, curiosa, gli piaceva incontrare persone, sapere della loro vita, delle loro abitudini, amava la gente. A tutti dispensava consigli, emanava quell’ottimismo contagioso, quella genuinità, quel sorriso. Raoul era un po’ il papà di tutti. Non conosceva l’invidia, la cattiveria, non vedeva il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, lo vedeva sempre colmo, traboccante. Diceva di avere il sole nel taschino, di essere un uomo fortunato e credo che sia stato davvero così.

Mi sento di dire che Raoul è stato un grande uomo. Nella vita ha realizzato tutto quello che ha voluto, era appagato ed è riuscito, con tanto impegno e anche fortuna, a raggiungere tutti i suoi obiettivi.

Per 17 anni Raoul ha fatto il maestro elementare realizzando una carriera meravigliosa: era speciale, conquistava i ragazzi con la chitarra per poi insegnare loro le materie didattiche.

Al sabato e alla domenica suonava già con lo zio, il Maestro Secondo Casadei, il fondatore dell’Orchestra Casadei, nel lontano 1928. Erano gli anni ’60 e l’Orchestra si chiamava Secondo e Raoul Casadei. Raoul era il delfino di Secondo, scriveva le canzoni per lui. Lo zio aveva capito che Raoul aveva questa grande dote per la scrittura dei testi delle canzoni.

In quel periodo ha conosciuto mia mamma, la Pina, facevano entrambi gli insegnanti elementari in Puglia. Cominciava già a delineare i sui obiettivi principali, quello della musica, ma anche quello di creare una bellissima famiglia. Così Raoul sposa Pina, napoletana, come dice una sua canzone “tu da Napoli io da Rimini è nata la più bella famiglia, la famiglia Italiana”. Nel frattempo eredita l’orchestra dallo zio Secondo che nel 1971 ci lascia.

Raoul molla la scuola e a furor di popolo sceglie l’orchestra, la rinnova, la ringiovanisce, scrive Ciao Mare e debutta al Festivalbar, un successo clamoroso, in gara ci sono Lucio Battisti , Gloria Gaynor, Elton John. L’orchestra Casadei arriva nei primi posti, ma soprattutto lancia il Liscio, parola coniata da Raoul che poi è entrata a far parte del vocabolario della lingua italiana. Da lì un successo dopo l’altro: Simpatia, Amico sole, La mazurka di periferia, Romagna e Sangiovese solo per citarne alcune. Grandi manifestazioni, non solo il Festivalbar per ben due volte, ma anche Festival di Sanremo, Canta Giro, Vota la voce, il Giro d’Italia del ’78 su una nave a quattro ruote che seguiva i ciclisti e poi diventava il palco dove alla sera arrivavano cantanti big da tutt’Italia. 

Raoul ha sempre avuto idee originali e grandiose come la Ca’ del Liscio, costruita a Ravenna. Un vero e proprio tempio del Liscio, un locale da 5000 posti che ha ospitato i più grandi interpreti della musica italiana e internazionale, da Ray Charles a Ella Fitzgerald ai Kiss, poi Baglioni, Vasco Rossi, Renato Zero, il maestro Muti solo per citarne alcuni.  E poi si inventa La Nave del Sole, una motonave trasformata in una balera galleggiante ….. quanta gente è arrivata in Romagna grazie anche a Raoul!

Quante cose….. ci vorrebbe un libro o un film per raccontarle tutte. Certo lo faremo, per ricordare e onorare questo grande personaggio che ha portato la Romagna e la sua musica in tutto il mondo. Raoul era uno di quei personaggi unici, era un faro. Con la sua musica hanno ballato più di tre generazioni e grazie alle sue canzoni tante persone si sono incontrate, conosciute e poi innamorate, attraverso l’abbraccio del Liscio che appunto si balla abbracciandosi. Ha saputo cavalcare quel rinascimento italiano che dal dopoguerra ha avuto la sua massima espressione proprio in quei mitici anni ’70. 

A proposito di abbraccio, dopo la sua scomparsa, in molti si sono stretti per dare un ultimo saluto e un ultimo abbraccio a Raoul. Da Vasco Rossi alla Pausini, dai Pooh ai Nomadi, da Jovanotti a Bregovic e tanti altri, hanno salutato con parole di stima, il Re del Liscio. Anche le parti politiche da destra a 

sinistra, i media, le tv, i telegiornali, i giornali, ma soprattutto migliaia e migliaia di persone che in qualche modo lo hanno ricordato come la persona energica e solare che ha conquistato tutti con la sua musica.

Ma credo che in fondo certe persone non muoiano mai veramente, credo che Raoul continuerà a vivere attraverso le sue canzoni, questo immenso patrimonio che continuerà a volare nell’aria e raggiungere tantissime persone. 

“Io caro babbo continuerò nel solco tracciato da te e divulgherò la tua musica con ancora più impegno perché non sono solo canzonette ma è una musica popolare che trasmette grandi valori come l’amicizia, l’amore, la condivisione, la famiglia. E’ un modo di vivere, di pensare è un modo per superare qualsiasi difficoltà con il sorriso sulle labbra e con quell’ottimismo che tu mi hai trasmesso. 

Ti voglio bene Raoul e come dicevi tu Vai col Liscio!

Tuo figlio Mirko